venerdì 11 settembre 2009

La gru

Forse l'avrò già anche detto, ma per me piegare un origami è come suonare uno strumento musicale, come scrivere un racconto. Mi occorre concentrazione, tempo, impegno.
Anche se devo piegare una semplice gru, uno dei modelli più semplici e noti.
E' uno di quei modelli che si impara da ragazzini, in quelle tipiche giornate in cui piove a dirotto. Ti ricordi, vero? Non hai finito i compiti, ti rimane sempre quell'ultimo esercizio, che non hai voglia di fare. Ti sei anche stufato di contare le gocce sulla finestra. Forza, prendi la matita e i pastelli, disegna una casetta con vicino un bell'alberello e quel sole che per adesso è completamente coperto dalle nuvole grasse e grigie. Poi arriva tua mamma: se finisci i compiti, ti insegno a fare una cosa. In fretta fai quel malefico esercizio e corri dalla mamma sventolando il quaderno.
Adesso mi insegni quella cosa, mamma?
E lei prende un foglio, lo riduce a un quadrato e lo piega, prima a rombo, poi ad aquilone, poi spuntano la testa e la coda. Un uccellino! E' una gru, dice tua mamma ridendo.
E adesso guarda: prende per la coda e il collo quel semplice uccellino e all'improvviso le ali sbattono furiosamente.
E' passato tanto tempo e non ti sai più come sia possibile che una gru di carta sbatta le ali. Questione di allenamento, come per tutte le cose. Non c'è problema.
La gru è sempre lì. Devi solo ricordarti come si fa.

lunedì 7 settembre 2009

Un'altra base

Di nuovo il foglio quadrato.
Di nuovo diviso in otto parti, come avevamo fatto l'altra volta.
Stavolta lo tengo aperto davanti a me, sul tavolo. Una volta che le pieghe sono impostate, salta su, si erge dalla suerficie del tavolo perché vuole essere ancora una base a triangolo, ma questa base nasconde un'altra faccia.
Premendo sul vertice della piramide, esattamente all'incrocio delle quattro pieghe, faccio "scattare" la carta, e la base si rivolta come un calzino. Ora vuole essere un rombo doppio, così:
Ecco ottenuta un'altra base fondamentale, la cosiddetta "base preliminare". O anche base della gru. C'è una scorciatoia: se si piegano prima le diagonali, la base preliminare salterà fuori da sola. Se si piegano prima le parallele ai lati, la base triangolare è già pronta.
Già già già. "Base della gru" perché è proprio da qui che si ricava la famosa gru (in giapponese orizuru), simbolo degli origami.
Io credevo che la leggenda dicesse che se ne pieghi mille, si avvera un desiderio. In realtà mi è stato spiegato che piegare mille gru è una forma di preghiera. Preghiera per un malato, per qualcuno in difficoltà, per un buon augurio. E al posto del bigliettino "guarisci presto", si piegano e si regalano mille gru.
Sarebbe un buon metodo per sconfiggere la mia monumentale pigrizia.
Prossimo post, appuntamento con la gru.