sabato 22 agosto 2009

Prime pieghe

Dicevamo.
Direi che è necessario inizare dalle basi, mi perdoneranno gli espertissimi, i mediamente esperti, gli amatori, i dilettanti e giù giù classificando per gradi di perizia.
Questo post (e i prossimi) è per chi non ha mai piegato un foglio di carta in vita sua.

Per prima cosa bisogna dire che e
sistono millanta diversi tipi di pieghe, ma i due fondamentali sono le cosiddette "piega a valle" e "piega a monte". In realtà si tratta della stessa piega, semplicemente cambia solo il verso nel quale viene eseguita.
Nella piega a valle il lembo deve piegarsi in direzione dell'origamista; viceversa, nella piega a monte il lembo scompare alla vista, dietro al resto della carta. Nei diagrammi, la piega a valle è rappresentata da una linea retta tratteggiata, mentre la piega a monte è segnata con una linea di puntini e trattini alternati. Più o meno così:



Piega a valle






Risultato






Piega a monte





Risultato






Banale, no?

(Maledetta piattaforma, caricare le immagini è stato un calvario)

Ora smettete di leggere qui, prendete un fogliaccio qualsiasi e fatelo. Anche se potrebbe sembrare inutilmente enfatico per un gesto così "normale", assaporate il momento in cui passate il dito sul dorso della piega per definirla meglio, sentite il contatto con la carta, considerate con emozione il concetto della vita (le vostre mani, il vostro polpastrello, carne, pelle sangue e ossa) che plasma la non vita (la carta, le sue fibre e il suo telaio intrecciato). Sappiate che la carta (salvo particolari tipi di carta) ha questa proprietà mistica: una volta impressa la piega, essa è un segno che rimarrà in eterno. Potrete tentare di correggere il verso della piega quanto vorrete, potrete appiattire il foglio per cercare di far sparire la piega, potrete anche tenere la carta sotto tonnellate e tonnellate di pressa, ma non ci sarà modo di far sparire quella piega che in un gesto di due secondi avete realizzato.

Compito a casa: pensateci.

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